Sclerosi Multipla: un appello ai medici radiologi interventisti esperti di CCSVI di Sandro Rosman



Sclerosi Multipla: un appello ai medici radiologi interventisti esperti di CCSVI

Sono passati ormai quattro anni dalla pubblicazione della clamorosa scoperta del prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell'Università di Ferrara) sulla possibile correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non sono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

La scoperta di Zamboni, riprendendo alcuni vecchi studi già pubblicati, punta l'indice su un ruolo vascolare nell'eziologia della malattia, mettendo di fatto in discussione l'ipotesi autoimmune (peraltro mai dimostrata), su cui si basa l'attuale credo di gran parte dei neurologi e soprattutto le costose terapie farmacologiche.

Com'era abbastanza prevedibile l'accoglienza dei neurologi su questa scoperta è stata piuttosto fredda se non addirittura ostile, tanto da ricordare il famoso "riflesso di Semmelweis" dal nome del famoso medico ungherese dell'800, che fu messo all'indice dai colleghi per via della sua teoria, rivelatasi poi fondamentale nella pratica medica quotidiana.

Quali siano le cause dell'ostilità subita da Zamboni è facile da immaginare: poca curiosità scientifica, preconcetti, gelosie, conflitti d'interesse, ecc.

In questi ultimi anni sono stati imbastiti numerosi studi con l'obiettivo di confermare le osservazioni di Zamboni, talvolta invece con il malcelato obiettivo di smentire questa teoria.

Punto nodale di questi studi è il protocollo ecografico necessario per poter diagnosticare la CCSVI, messo a punto dallo stesso Zamboni, e vero punto debole della sua teoria, stante il fatto che si tratta di un esame estremamente "operatore-dipendente", che richiede una specifica esperienza ed un apposito training per il medico esaminatore.

E' stato inscenato sulla pelle dei malati un triste scontro disciplinare tra i neurologi ecografisti (c.d. neurosonologi) e gli ecografisti vascolari (angiologi, chirurghi vascolari). Giova ricordare che durante un convegno del 2011 organizzato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla, da sempre ostile alla teoria di Zamboni, un neurosonologo ospedaliero ammise candidamente di non essersi mai occupato di vene, ma solo di arterie (...).

Il 2012 è stato caratterizzato dall'annuncio trionfale dei risultati (peraltro non ancora pubblicati) dello studio Cosmo, promosso e finanziato dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism), da cui si era dissociato lo stesso prof. Zamboni già nel 2010, a causa di gravi difetti nel protocollo adottato e nel training insufficiente dei medici coinvolti.

Lo studio Cosmo, sembrato costruito ad arte per smontare la teoria di Zamboni, ha trovato la CCSVI solamente nel 3% (…) dei malati di sclerosi multipla. L'Aism ha poi addirittura tentato di fermare lo studio Brave Dreams, promosso e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, per verificare l'efficacia degli interventi di angioplastica per la disostruzione delle vene nei malati di sclerosi multipla.

Una scelta oscurantista...

Va specificato che finora sono stati pubblicati, anche in Italia, numerosi studi che invece hanno invece confermato appieno la teoria di Zamboni e le sue osservazioni, ma stranamente hanno avuto uno scarso impatto mediatico. Chissà come mai...

Considerato che per i risultati dello studio Brave Dreams, appena partito, serviranno almeno due anni, qualcosa si potrebbe fare da subito per cercare di fermare i violenti attacchi mediatici contro la teoria di Zamboni.

In Italia e nel mondo esistono infatti ormai diversi medici radiologi interventisti che hanno effettuato esami angiografici con successivo intervento di angioplastica (PTA) per correggere le anomalie venose trovate in un'altissima percentuale di malati di sclerosi multipla.

L'angiografia è un esame diagnostico molto più affidabile rispetto all'ecocolordoppler, in quanto assai meno "operatore-dipendente".

In questa fase, senza entrare nel merito dell'efficacia degli interventi (dove servono protocolli rigorosi approvati dai comitati etici), questi medici potrebbero pubblicare i loro dati diagnostici angiografici circa il riscontro delle anomalie venose nei malati di SM, durante l'esame angiografico che sempre precede la PTA.

Uno studio del genere è già stato pubblicato nel 2011 dal Dr. Marian Simka, uno dei maggiori esperti mondiali di CCSVI, con il titolo "Prevalenza di anomalie venose extracraniche: risultati da un campione di 586 pazienti con sclerosi multipla":http://www.ccsvi-sm.org/?q=node%2F1490
Sono state riscontrate anomalie venose in 563 pazienti su 586 (il 96,1%!!!).

Ovviamente pubblicare i dati per uno studio NON è cosa affatto semplice, è faticoso e serve molto impegno e soprattutto del tempo per assemblare i dati in possesso e serve anche una certa conoscenza dell'inglese scientifico, che comunque si può ottenere dalla collaborazione con degli esperti.

Le riviste scientifiche non mancano di certo e fino ad ora solo alcune dell'area neurologica si sono dimostrate refrattarie a pubblicare studi favorevoli alla teoria di Zamboni, per i motivi già evidenziati all'inizio.

E' opportuno e necessario fare dunque un appello ai radiologi interventisti esperti di CCSVI affinché pubblichino al più presto i loro dati diagnostici angiografici.

La verità sulla prevalenza della CCSVI nella sclerosi multipla verrà così ristabilita, e la ricerca sugli effetti dell'angioplastica (di cui tanto bisogna ancora scoprire, ad esempio perché non funziona su tutti i malati) potrà andare avanti senza altri intoppi.https://www.facebook.com/photo.php?fbid=431395076929231&set=a.116899871712088.18007.100001762281491&type=1

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