giovedì 31 gennaio 2013

"CHE CHI DICE NO: PAOLO ZAMBONI"

file con numerosi pareri di esperti vascolari che "smontano" i risultati dello studio Cosmo, altro che studio nella storia...:

di Sandro Rosman : "Ecco il file con numerosi pareri di esperti vascolari che "smontano" i risultati dello studio Cosmo, altro che studio nella storia...: https://docs.google.com/file/d/0ByQxHvfFDk04UHZUMkl2WW9UcVU/edit

Sclerosi Multipla: negli USA un workshop sulla CCSVI durante il meeting dei radiologi interventisti

Sclerosi Multipla: negli USA un workshop sulla CCSVI durante il meeting dei radiologi interventisti

Durante il prossimo meeting della SIR (Società di Radiologia Interventistica USA), che si svolgerà a New Orleans dal 13 al 18 aprile 2013, ci sarà anche un interessante workshop intitolato "Neurointerventions II: Insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI)" coordinato dal Dr. Salvatore Sclafani di Brooklyn, New York. e con relatori il Dr. Bulent Arslan, il Dr. Michael Cumming e il Dr. Hector Ferral.

Questo workshop utilizzerà un formato interattivo basato su casi per illustrare ai partecipanti l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale. La CCSVI è una sindrome clinica derivante dalla resistenza al deflusso delle vene che drenano il cervello ed il midollo spinale, che si presenta clinicamente con stanchezza cronica, perdita della memoria a breve termine, problemi di concentrazione e di pensiero complesso, mal di testa, spasticità e deficienze visive e viene trattata con un certo successo con l'angioplastica e la valvuloplastica. I relatori del workshop descriveranno le presentazioni cliniche, spiegando le loro valutazioni e preparazioni pre-procedurali e approfondiranno i criteri che utilizzano per decidere quali pazienti potrebbero beneficiare della procedura. Ciascun relatore illustrerà e spiegherà le tecniche che usano per individuare e trattare le ostruzioni e definire i punti finali dei loro trattamenti. Infine si discuterà dello schema di follow-up. I tipi di casi discussi saranno i seguenti: casi di routine non complicati che mostrano le componenti chiave delle tecniche di ogni relatore; casi che rivelano sfumature nella tecnica di ciascun relatore, diagnosi errate, errori tecnici e complicazioni, "ri-fare" e "salvare" le procedure.

Obiettivi del workshop

Al termine della sessione, il partecipante dovrebbe essere in grado di:
1. Descrivere la patologia e fisiopatologia e la presentazione clinica della CCSVI
2. Descrivere i diversi approcci di screening, diagnostici e di sorveglianza della CCSVI
3. Riconoscere le apparenze venografiche della CCSVI e formulare una strategia per la loro individuazione
4. Sviluppare una strategia di trattamento coerente ed efficace
5. Riconoscere, ridurre e trattare le complicanze del trattamento

Fonte: http://www.sirmeeting.org/index.cfm?do=ev.viewEv&ev=3556

sabato 19 gennaio 2013

Agli Organi di Stampa

Agli Organi di Stampa

Lo studio CoSmo finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) è solo UNO dei tanti studi compiuti nel mondo sulla correlazione tra Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e Sclerosi multipla (SM): non può in alcun modo autopromuoversi come l’unico definitivo e risolutivo su questo tema, e non può in alcun modo condizionare la libera ricerca medica in Italia su CCSVI e SM (1). Peraltro, i suoi risultati appaiono in stridente contrasto con tutto quanto finora pubblicato nella letteratura indipendente internazionale su questo tema, che in larghissima parte conferma quanto indicato dal prof. Paolo Zamboni. I ricercatori e importanti istituzioni scientifiche internazionali confermano la necessità e l'importanza dell’approfondimento della ricerca terapeutica.

L’illustrazione avvenuta oggi a Milano da parte dell’Aism dei dati di CoSmo – che non è stato ancora pubblicato - secondo i quali non esiste correlazione tra CCSVI e SM, non dipana le ombre sull’affidabilità dei suoi risultati che le associazioni che si occupano di CCSVI in Italia hanno già rilevato, e comunicato al Ministero della Salute.

Sul piano scientifico-metodologico di CoSMo, sulla base dei dati finora resi noti, emergono alcuni evidenti punti critici, tali da far ritenere i risultati dello studio poco affidabili:

- L'alta eterogeneità dei risultati ottenuti sia dai lettori locali sui singoli centri (CCSVI positivi 0-60%) che dalla successiva lettura centrale (elevatissime discordanze rispetto alle letture periferiche) segnalano con evidenza una non omogenea applicazione del protocollo, o della metodica diagnostica, o dell'addestramento degli operatori. (5) (6)

E’ nostra opinione che le modalità attuate nella doppia lettura in cieco degli esami, una possibile carenza di addestramento specifico alla rilevazione mediante doppler della CCSVI e le differenze di attrezzatura, abbiano prodotto risultati finali poco affidabili. E tutto questo fa inevitabilmente riecheggiare alla mente i rilievi di carenze metodologiche denunciati dal Prof. Zamboni quando si dimise nel 2010 dal gruppo di studio di Cosmo, prendendone nettamente le distanze.
Riteniamo che non debba trovare seguito quanto auspicato da AISM, ovvero che Cosmo costituisca una ragione di freno alla libera ricerca scientifica sulla CCSVI, e auspichiamo che questo studio sia valutato come quello che è, uno dei tanti studi sonologici finora prodotti, il cui significato ultimo a noi sembra quello di confermare il peso dei fattori di variabilità, in questo caso particolarmente amplificati, sui risultati dell’indagine sonologica, piuttosto che fornire informazioni sul livello di associazione tra CCSVI ed SM.

Inoltre:
- dal punto di vista giuridico i proclami di AISM, che cerca di frenare la libera ricerca in Italia sulla CCSVI e la SM, appaiono in contrasto con i dettami costituzionali che sanciscono la tutela della libertà di ricerca;


- sul piano scientifico del complesso degli studi internazionali indipendenti, la correlazione tra le due patologie CCSVI e SM è sostanzialmente assodata, pur essendo tema di intenso dibattito il tipo di nesso che lega le due entità. La ricerca internazionale si dedica ormai all’individuazione di tecniche diagnostiche non operatore-dipendente, e a studi interventistici che valutino l’efficacia dell’angioplastica dilatativa venosa nei malati di SM e CCSVI (2), (3), (4);

- l’opportunità di attuare trials clinici che testino l’efficacia della procedura interventistica è stata indicata dal National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) , che ha emanato linee guida (2011) per l’effettuazione della procedura. Analoga posizione è stata assunta, negli Sati Uniti, dalla Society of Interventional Radiology;

- il razionale della ricerca sulla CCSVI trova conferme rilevanti da ampi settori della ricerca scientifica, quali la genetica, l'anatomia isto-patologica, gli studi sul metabolismo del ferro e sull'emodinamica.

Roma/Bologna, 19 Gennaio 2013

Ufficio Stampa
Associazione CCSVI-SM Onlus
Gisella Pandolfo
347 4074986
Dora Carapellese
3474581906http://ccsvi-sm.org/?q=node%2F1695

Introduzione, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

Battaglia, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

Ass. Melazzini, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

Del Sette, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

D'Ercole, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

Discussione, Presentazione dei dati dello studio CoSMo

mercoledì 16 gennaio 2013

Lettera-appello a Ministro Salute in difesa libertà ricerca - TG Teleste...

http://youtu.be/ubblicato in data 15/gen/2013
Una lettera-appello al Ministro Renato Balduzzi in difesa della libertà di ricerca: a scriverla è un giovane di trent'anni, malato di Sclerosi Multipla, che si rivolge al ministro della Salute per chiedere il suo aiuto nella difesa di una ricerca medica libera, non condizionata da interessi di parte. La ricerca scientifica in questione è quella sulla Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale (CCSVI) e sulla Sclerosi Multipla (SM), una ricerca nata a Ferrara dalle intuizioni del prof. Paolo Zamboni e dal lavoro della sua equipe, oggetto a tutt'oggi di un' importante sperimentazione, ma anche bersaglio polemico di associazioni scientifiche e dell'Aism.
Scrive una lettera aperta al Ministro della salute Renato Balduzzi e gli racconta per sommi capi la genesi dell'ipotesi scientifica formulata alcuni anni fa dal ricercatore ferrarese prof. Paolo Zamboni e divenuta oggetto da alcuni mesi di uno studio sperimentale denominato Brave Dreams. Paolo Galeazzi, un giovane di trent'anni, da due anni sa di essere ammalato di sclerosi multipla, una patologia cronica degenerativa che colpisce oltre 60.000 persone in Italia e che ha un costo sociale ed economico altissimo (circa 2 miliardi di euro all'anno), ma soprattutto che compromette pesantemente la qualità della vita di chi ne è affetto. Una patologia che non guarisce, di cui esistono terapie che ne rallentano l'evoluzione. Una condanna, per chi ne è ammalato, cui non si può negare la speranza che nuove ricerche e scoperte scientifiche possano alleviare i disagi, cui la malattia li sottopone. Questo è l'appello implicito che si legge fra le righe che Paolo Galeazzi scrive al ministro. Una lettera molto misurata per chiedere di lasciar procedere tranquillamente la ricerca e la sperimentazione relativa all'ipotesi formulata dal prof. Paolo Zamboni, di una possibile correlazione fra una patologia, la Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale non riconosciuta dal servizio sanitario nazionale, che si manifesta con problemi alle vene che fanno defluire il sangue dal cervello verso il cuore e che potrebbe essere uno dei fattori causali o di rischio della Sclerosi Multipla. una correlazione, che se verificata dalla sperimentazioni in corso, potrebbe inserire accanto alle attuali terapie farmacologiche un intervento di angioplastica, per rimuovere
il restringimento delle vene interessate. A tutt'oggi in Italia, aggiunge Galeazzi, questa ricerca e la sua stessa sperimentazione continuano ad incontrare moltissimi ostacoli , mettendo in luce un paradosso tutto italiano, quello, cioè , che, mentre tanti cervelli sono costretti a fuggire all'estero , si rende la vita estremamente difficile a chi decide di restare. "Mentre si chiedono importanti sacrifici ai cittadini, conclude l'appello, quando c'è la possibilità di premiare la ricerca, di poter ottenere dei risparmi per lo Stato e dei benefici per i malati la nostra classe dirigente e politica permettono che una ricerca in corso regolata con tutti i crismi dei protocolli accreditati, possa essere pesantemente attaccata da più parti.
Una lettera che fa riflettere e che si affianca a quella inviata al ministro il 18 dicembre scorso, a firma di otto associazioni e fondazioni di volontariato che in Italia si occupano di questa materia a tutela dei malati delle due patologie, e da tre associazioni 'consorelle' internazionali (da Gran Bretagna e Australia), più una quarta associazione straniera, canadese (AIC Onlus, Assi.SM Onlus, CCSVI Campania Onlus, CCSVI nella SM Onlus, Isola Attiva Onlus, L'Abbraccio Onlus, SclerosiMultipla.com, SMuovilavita Onlus --MS-CCSVI-UK, CCSVI-Australia, Vital Now- UK, National CCSVI Society-Canada§) che invece sostengono fortemente lo studio Brave Dreams . Lettera consegnata unitamente ad una petizione nazionale firmata in poche settimane da 12.000 persone per il riconoscimento della CCSVI come patologia a sé stante e il suo inserimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Fonte: http://www.telestense.it/una-lettera-appello-al-ministro-della-salute-

lunedì 14 gennaio 2013

Calabria: Ricerca "Sclerosi Multipla e CCSVI in numeri"


Calabria: Ricerca "Sclerosi Multipla e CCSVI in numeri"


L’associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla – Calabria ha presentato un’idea progettuale per il bando delle MAP (Micro Azioni Partecipate) del Centro Servizi del Volontariato di Cosenza. Il progetto dal titolo “Sclerosi Multipla e CCSVI in numeri” è stato finanziato per l’area ricerca, settore socio –sanitario.
Questo lavoro è stato condotto utilizzando lo strumento del “Questionario anonimo” compilato da tre categorie: 
  • I medici di base;
  • I responsabili di strutture sanitarie;
  • I pazienti. 
Obiettivo della ricerca era realizzare una fotografia della situazione della sanità nella Regione Calabria per quanto riguarda la cura della sclerosi multipla e della neo approdata CCSVI. L’attenzione è stata rivolta alla provincia di Cosenza che rappresenta la provincia più grande e con una densità di popolazione più elevata della nostra regione.
E' stato realizzato un opuscolo per riassumere brevemente quello che la nostra ricerca ha fatto emergere, per creare un documento da utilizzare per sollecitare le istituzioni a creare un momento di confronto sulle problematiche emerse, ma soprattutto per trovare soluzioni tenendo conto anche del momento molto particolare in cui versa l’Italia. I destinatari, quindi, saranno le istituzioni, i medici, le persone con sclerosi multipla, ma anche i singoli cittadini per sensibilizzare sulla patologia e avvicinarli al mondo del volontariato. Per questo motivo, vista la varietà dei destinatari l’opuscolo è stato articolato in tre parti:
  1. La prima parla della sclerosi multipla: le cause, chi colpisce, i sintomi, il decorso della malattia, la diagnosi, la terapia;
  2. La seconda della ccsvi: malformazioni congenite, i fenotipi, sintomi e conseguenze, diagnosi, PTA, correlazione con la sclerosi multipla;
  3. La terza della situazione calabrese, in particolare della provincia di Cosenza, con una analisi dei questionari somministrati creando delle piccole schede sui centri di riferimento e le loro casistiche, sui giudizi dei pazienti, sulle problematiche emerse e le proposte.

E’ stato un lavoro faticoso per tanti motivi: rintracciare i medici non è stata una cosa semplice e ha richiesto numerosi contatti, la disponibilità non c’è stata sempre, in alcuni casi addirittura è stato dichiarato di non voler parlare dei dati perché la struttura pubblica faceva parte di un’altra associazione quindi non erano interessati a creare altri rapporti. I questionari fatti ai pazienti hanno richiesto un certo impegno perché sull’argomento hanno avuto tanto da dire, approfittando dell’occasione come per uno sfogo, ma l’associazione si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti.
Valutando i dati raccolti emerge in molti casi la sfiducia verso le nostre strutture sanitarie non ritenendo opportuno nemmeno valutare la reale possibilità di una presa in carico totale del paziente e quindi la possibilità di avere un servizio di qualità. E’ singolare il fatto, e questo ci dovrebbe far riflettere, che una volta raggiunta la consapevolezza che i protocolli utilizzati per la sclerosi multipla sono uguali nei diversi centri, si decida di rimanere comunque fuori dalla Regione per la maggiore efficienza dei centri, più organizzazione, affidabilità e professionalità.
Dalle ricerche effettuate sono emerse varie problematiche relative, soprattutto, alla mancanza di informazioni e alla scarsa reperibilità del personale medico. Nello specifico si è riscontrata una notevole difficoltà nel rintracciare telefonicamente i medici di base,infatti, dei contatti telefonici resi disponibili dalle ASP di Cosenza, molti risultano inesistenti, ma nella maggior parte dei casi il contatto non trova risposta. Gli elenchi non sono aggiornati. Non esiste un archivio dei dati relativi ai numeri sulla SM (un registro regionale della patologia. Tali problematiche mettono in rilievo una scarsa conoscenza dell’impatto sociale e economico che ha questa patologia. Ricordiamo che colpisce soprattutto giovani che sono in piena attività lavorativa, la malattia limita la loro vita sociale. Il costo sanitario è molto alto: i farmaci utilizzati per modificare il decorso della malattia hanno un costo che va da 800 a 2000 euro circa al mese, senza contare tutti i farmaci necessari per curare i sintomi che possono essere numerosi e di diversa natura. Il ricovero necessario nei periodi acuti della malattia. La riabilitazione che può essere ambulatoriale, ma anche intensiva (che richiede il ricovero). I controlli periodici con RMN, potenziali evocati, analisi di laboratorio. Tutto questo si aggira su una spesa che va da 40.000 a 70.000 euro a paziente.
Per quanto riguarda invece la CCSVI è assolutamente necessario che la Regione regolamenti la possibilità di diagnosi e cura tramite il SSN, individuando i centri di riferimento e garantendo una adeguata formazione degli operatori, dei medici e garantendo una raccolta dei dati in un osservatorio per non perdere dati importanti che potrebbero contribuire a dare delle risposte certe. Sono necessarie sperimentazioni approvate da comitati etici per dare delle risposte ai malati che oggi si vedono negata la possibilità di stare meglio, in quanto i dati di fatto oggi sembrano confermare questa possibilità, anche se la scienza ancora non ha fatto il suo percorso e non ha dato ancora delle certezze sia in senso negativo che positivo.
In base agli esiti della ricerca effettuata, la nostra associazione propone alcuni importanti spunti di riflessioni e possibili obiettivi da perseguire:
- Sarebbe importante formare e informare i medici di base su queste patologie e sulle possibilità presenti sul territorio e i servizi attivati. L’associazione cercherà di diffondere materiale scientifico per una corretta conoscenza della CCSVI, visto che dall’indagine fatta, la maggioranza ha dichiarato di aver appreso di questa nuova patologia attraverso i media, i pazienti, pochissimi attraverso la stampa specializzata. Inoltre lasceremo un contatto dell’associazione che si potrebbe occupare della presa in carico del paziente dal punto di vista sociale e solidaristico.
- Sarebbe opportuno creare dei database per condividere i dati tra le strutture sanitarie e confrontarli per comprendere quali sono le scelte da fare per rendere migliore il servizio e comprenderne l’andamento.
- Sarebbe opportuno organizzare convegni scientifici con ECM per avere un aggiornamento costante.
- Auspichiamo la nascita di un centro d’eccellenza per la diagnosi e cura della CCSVI e l’avvio di sperimentazioni per comprendere la possibile correlazione con la sclerosi multipla o altre patologie neurologiche, ma soprattutto comprendere il modo più efficace di intervenire sulla CCSVI.

Questa ricerca sarà solo il punto di partenza per stilare un programma dettagliato per le attività dell’associazione nell’anno 2013. A breve ci sarà la presentazione dei dati sulla casistica dei centri che si occupano a oggi di CCSVI. Sono stati programmati degli incontro con le istituzioni per confrontarsi sulle problematiche emerse.

Alleghiamo copia dell'opuscolo:

Alleghiamo una breve rassegna stampa sull’argomento:

martedì 8 gennaio 2013

lunedì 7 gennaio 2013

L' undici gennaio l'associazione CCSVI-SM CALABRIA sarà ospite della trasmissione "FULL TIME in the news" di TEN (Teleuropa Network).

L' undici gennaio l'associazione calabra sarà ospite della trasmissione "FULL TIME in the news" di TEN (Teleuropa Network).

La trasmissione andrà in onda alle ore 15.00 in diretta, è condotta dalla dott.ssa Marisa Fallico e ci sarà la possibilità di intervenire telefonicamente telefonando allo 0984/8417332

http://www.ccsvi-sm.org/?q=node%2F1692

Lo stato tutelera' le persone che giocano d' azzardo: perche’ una patologia deve essere riconosciuta e tutelata, anche senza fondamento scientifico, e molte altre malattie fisiche, con fondamento scientifico e molto piu’ invalidanti non lo sono ancora?

lo stato tutelera'? Ma quando mai questo Stato, basato sulla menzogna e sulla truffa, ha tutelato qualcuno?*commento* "Lo stato tutelera' le persone che giocano d' azzardo: perche’ una patologia deve essere riconosciuta e tutelata, anche senza fondamento scientifico, e molte altre malattie fisiche, con fondamento scientifico e molto piu’ invalidanti non lo sono ancora? A voi la risposta..". http://www.disabiliabili.net/diritti-e-leggi/221-documentazione/32425-lo-stato-tutelera-le-persone-che-giocano-d-azzardo-e-tutti-gli-altri-malati-orfani

mercoledì 2 gennaio 2013

Diversi Sentieri - SudTrek/CCSVI

Nicoletta Mantovani guarita dalla Sclerosi Multipla - TG1 - 11/11/2012

SCLEROSI: STOP A SPERIMENTAZIONE, MALATI IN RIVOLTA (da Rete Veneta)

assurdo ASSURDO

Il Comune di Bologna concede il patrocinio alla Rassegna "Arti visive, rese visibili" ed alle mostre del progetto del 2013

http://ccsvi-sm.org/?q=node%2F1687 IL COMUNE DI BOLOGNA CONCEDE IL PATROCINIO ALLA RASSEGNA "ARTI VISIVE, RESE VISIBILI"
ED ALLE ESPOSIZIONI DEL PROGETTO "L'ARTE PER LA RICERCA"
ORGANIZZATE NELL'AMBITO DI TALE MANIFESTAZIONE

L'Associazione "CCSVI nella Sclerosi Multipla" Onlus è lieta di annunciare che il Comune di Bologna in data odiernaha concesso il patrocinio non oneroso all'undicesima edizione della Rassegna artistica "Arti visive, rese visibili" ed alle esposizioni del Progetto "L'Arte per la Ricerca" organizzate nell'ambito di tale manifestazione nel corso dell'anno2013 .

Tale riconoscimento conferma ancora un volta l'interesse delle istituzioni verso gli scopi della rassegna e gli obiettivi perseguiti dal progetto culturale ad esso sotteso, nonchè il valore delle proposte artistiche presentate e delle esposizioni organizzate nel corso delle precedenti dieci edizioni.

L'Associazione coglie l'occasione per ringraziare pubblicamente il Sindaco di Bologna, Virginio Merolaper il sostegno ricevuto e per il riconoscimento conferito alla manifestazione.

una bellissima favola x risvegliarci un pò


LA FOGLIA MURIEL Una piccola esistenza sul grande albero della vita DI LEO BUSCAGLIA
A tutti i bambini che hanno subito una perdita irreparabile e a tutti gli adulti che non hanno saputo dar loro una spiegazione.
La primavera era finita. Anche l'estate.
La foglia Muriel si era fatta grande. La sua parte mediana era larga e robusta; i suoi cinque lobi diritti e appuntiti.
In primavera, quando aveva fatto la sua apparizione, non era che un piccolo germoglio su un ramo abbastanza grosso, prossimo alla cima di un albero maestoso.
Muriel era circondata da centinaia di altre foglie uguali a lei, o che almeno così sembravano. Ma non tardò a scoprire che non esistevano due foglie uguali, neanche sullo stesso albero. Accanto a lei c'era una foglia che si chiamava Marjorie. Monica era la foglia alla sua destra, mentre quella così graziosa che le pendeva sul capo aveva nome Magda. Erano cresciute tutte insieme: insieme avevano imparato a danzare con le brezze primaverili, a dondolarsi mollemente al sole d'estate, a lavarsi sotto lo scroscio rinfrescante delle piogge.
Ma l'amica del cuore di Muriel era Marta. Marta era la foglia più grande del ramo, e si sarebbe detto che fosse stata lì prima di tutte le altre. Era anche la più saggia e la più esperta, o così almeno sembrava a Muriel. Fu Marta ad informare le altre che facevano parte di un albero. Fu Marta a spiegare che quell'albero cresceva in un giardino pubblico. Ancora Marta disse loro che l'albero aveva solide radici nascoste laggiù, sotto terra. E poi raccontò del sole e della luna, delle stagioni e delle stelle. Parlò degli uccellini che si posavano sul loro ramo per intonare canti mattutini.
Muriel era contenta di essere una foglia. Le piaceva il suo ramo e voleva bene alle sue sorelline.
Che soddisfazione trovarsi lassù nel cielo, scaldata dai raggio del sole, animata dal gioco del vento, toccata dalle ombre candide e soavi della luna!
L'estate soprattutto era stata bellissima. Che delizia quelle giornate così lunghe, così calde. E che pace, in quelle tiepide notti.
C'era stata gran folla d'estate nel giardino. Spesso la gente veniva a sedersi sotto l'albero di Muriel. Marta le aveva spiegato che uno degli scopi dell'albero era fare ombra.
"Che cosa è uno scopo?" aveva chiesto Muriel.
"Uno scopo è una ragione di essere. - aveva risposto Marta - Rendere le cose più gradevoli agli altri è una ragione di essere. Altra ragione di essere è fare ombra ai vecchi che vengono qua sotto per sfuggire al caldo che c'è a casa loro, e così pure offrire un angolino fresco ai bambini che si radunano a giocare, e far vento tutte insieme alla gente che siede sull'erba e fa picnic su una tovaglia a scacchi. Tutte queste sono ragioni di essere".
Muriel trovava simpatici soprattutto i vecchi. Sedevano sul prato, tranquilli, silenziosi, e se ne stavano così, senza muoversi o quasi. A bassa voce chiacchieravano del tempo passato.
Anche i bambini però erano uno spasso, se bene qualche volta incidessero nella corteccia il loro nome o vi scavassero dei buchi. Ma pazienza! Era così bello sentirli ridere, vederli correre senza mai stancarsi.
Presto l'estate di Muriel finì.
Accadde in una notte di ottobre. Muriel non aveva mai avuto tanto freddo. Tutte le fogli tremavano intirizzite. Erano ricoperte da un'esile guaina bianca, che infine si sciolse, lasciandole bagnate di gelida guazza e lucenti nel sole del mattino.
Fu ancora Marta a spiegare come stessero le cose. Disse che avevano sperimentato per la prima volta la brina. La brina annunciava che oramai era autunno e che tra poco sarebbe arrivato l'inverno.
Ed ecco che quasi di punto in bianco tutto il giardino cambiò aspetto, vestendosi di una gran varietà di colori. Non restava una sola foglia verde. Marjorie era diventata di un giallo intenso, Monica di un allegro arancione. A Magda era toccato un bel rosso fiamma e a Marta un viola austero, mentre Muriel era vestita di rosso, di oro e di turchino. Le foglie erano uno splendore: Muriel e le sue amiche avevano trasformato l'albero in un arcobaleno.
"Ma come mai siamo tutte di colore diverso - domandò Muriel - dal momento che apparteniamo allo stesso albero?"
"Ciascuna di noi è diversa. Abbiamo vissuto esperienze diverse. Ognuna si è esposta al sole a modo suo. Ognuna ha proiettato l'ombra diversamente. Come potremmo non aver colori diversi?" Marta diceva cose piene di buon senso. Poi comunico a Muriel che quella stagione si chiamava autunno.
Un giorno accadde un fatto molto strano. Le brezze, che in passato invitavano a ballare, presero ad infierire sulle foglie, a scrollarle, a tormentarne i piccioli. Qualche foglia dovette lasciare suo malgrado il ramo. Si staccò rimanendo in balia del vento, volò un poco qua e là e si posò a terra dolcemente.
Tutte le foglie rabbrividivano di paura.
"Che diamine succede?" chiedevano le foglie bisbigliando appena.
"E' quanto capita in autunno - disse Marta - è tempo per le foglie di andare a stare altrove. Dicono alcuni che questo si chiami morire".
"E moriremo tutte?" domandò Muriel.
"Certo - rispose Marta - non esiste cosa che non muoia. Non importa che sia piccola o grande, fragile o robusta. Per un po' compiamo il nostro lavoro, sperimentiamo il sole o la luna, la pioggia e il vento, impariamo a ridere e a ballare. Poi, alla fine, moriamo".
"Ma io non voglio! - esclamò Muriel decisa - Tu vuoi morire, Marta?".
"Io si - replicò Marta - quando sarà la mia ora".
"E quando arriverà?" domandò Muriel. "Questo, nessuno può saperlo con certezza" rispose Marta.
Muriel si accorse che le altre foglie continuavano a staccarsi dai rami. "Si vede - pensò - che la loro ora è già suonata". Notò che qualcuna, prima di cadere, si dibatteva nel vento. Altre semplicemente si lasciavano andare e quietamente scendevano giù.
In poco tempo l'albero rimase quasi nudo.
"Io ho paura di morire - disse Muriel a Marta - Io non so cosa ci sia, là dove cadiamo".
"E naturale, Muriel - la rassicurò Marta - Chi non ha paura dell'ignoto? Però tu non ti sei spaventata quando la primavera è diventata estate e nemmeno quando l'estate è diventata autunno. Sono stati cambiamenti naturali. E allora, perché temere la stagione della morte?"
"Anche l'albero muore?" chiese Muriel.
"Sì, un giorno morirà anche lui. Ma esiste una cosa più forte anche dell'albero. La Vita. Lei non muore mai. Tutti noi siamo parte della Vita."
"E dove ce ne andremo quando saremo morte?"
"Nessuno può dirlo con sicurezza. Questo è il grande Mistero!"
"Credi che torneremo in primavera?"
"Noi forse no, ma la Vita si."
"Ma allora, quale è la ragione di tutto ciò? - Muriel non la finiva più con le domande - A che scopo siamo state qui, se dovevamo cadere e morire tutte quante?"
Marta le rispose con il solito buon senso:" Lo scopo è stato conoscere il sole e la luna. Vivere insieme felici e contente. Fare ombra ai vecchi e ai bambini. Vestirci dei colori dell'autunno. Conoscere le stagioni. Ti sembra poco, Muriel?"
Quel pomeriggio stesso, nella luce dorata del crepuscolo, Marta su lasciò andare. Cadde senza sforzo, e nel cadere parve sorridere serena. Disse:" per il momento, arrivederci, Muriel"
Da quel momento Muriel rimase sola.
Sul ramo non c'era che lei.
L'indomani cadde la prima neve. Era soffice, bianca, carezzevole. Ma fredda, troppo fredda. Quel giorno fu molto breve e il sole non comparve. Muriel si accorse di rattrappirsi, di raggrinzirsi, di scolorire. Faceva un freddo terribile, e la neve le gravava addosso.
All'alba si levò il vento e la rubò al suo ramo. Muriel non sentì male. Fluttuò verso terra dolcemente, lentamente, in silenzio.
Mentre cadeva vide per intero il suo albero. Come era forte e ben piantato! Sicuramente avrebbe vissuto ancora molto tempo. Era stata parte della sua vita, e ne andava fiera.
Muriel atterrò su di un monticello di neve. Era soffice e, stranamente le parve quasi tiepido. In quella posizione insolita si sentì comoda come non era mai stata in vita sua. Chiuse gli occhi e si addormentò.
Non sapeva che, dopo l'inverno, sarebbe tornata la primavera, che la neve si sarebbe sciolta per diventare acqua. Non sapeva neppure che lei, secca e ormai in apparenza priva di scopo, si sarebbe impregnata di quell'acqua ed avrebbe contribuito ad irrobustire l'albero. Ma soprattutto non sapeva che, a due passi da lei, celati sotto terra, cerano già i progetti per fabbricare foglie nuove, in primavera.
L'inizio.  

una bellissima favola x risvegliarci un pò ♥ https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4103002378364&set=a.1065705287835.2010647.1382103346&type=1&theater